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L’Italia deve molto a Troilo

Il Centro — 14 luglio 2008

Gino Melchiorre

 

Pagina 09   sezione: REGIONE

TORRICELLA PELIGNA. Dalla guerra di liberazione alle riforme istituzionali. Dalla Brigata Maiella alla politica di giustizia e solidarietà mantenute vive nella costituzione repubblicana. Franco Marini ha chiuso la manifestazione in onore di Ettore Troilo, nato a Torricella 110 anni fa, con uno spaccato di politica odierna, ricordando il suo incarico di «Presidente di consiglio incaricato», e subito tramontato per il mancato consenso parlamentare ad una rapida riforma elettorale e bicamerale. «Queste due riforme sono necessarie», ha detto l’ex presidente del Senato, «per ridare slancio alla politica ed alla giustizia sociale, che può diventare fattore di sviluppo economico, contrariamente al liberismo di moda in questi ultimi vent’anni».  «La storia della Repubblica», ha aggiunto Marini, «deve molto a Troilo ed ai suoi partigiani. Di Troilo, prefetto di Milano mi piace ricordare il suo alto senso delle istituzioni, accettando le dimissioni dall’incarico per evitare una tragedia proprio all’alba della vita della Repubblica».  L’omaggio a Troilo ed alla Brigata Maiella ha avuto inizio alle 4 del pomeriggio con un lungo corteo di gonfaloni, sindaci e autorità, preceduti dai gruppi alpini di Torricella e Montenerodomo, che cantavano, «Bella ciao» intonata dalla Banda di Gessopalena. Sul palco adiacente la stazione dei carabinieri, il presidente Marini e la consigliera regionale Maria Rosaria La Morgia hanno scoperto due lapidi dedicate al fondatore della Brigata Maiella e da sette partigiani di Torricella morti durante i combattimenti. Il sindaco Tiziano Teti ha letto le due epigrafi ed ha ricordato come il suo comune abbia riportato il più alto numero di morti in Abruzzo durante i sedici mesi di occupazione tedesca. Ha citato anche la testimonianza dell’ottantenne Franchino Teti, scampato alla battaglia di Pizzoferrato, fatto prigioniero e spedito in Germania dopo una lunga marcia forzata da Teramo a Mantova. Sul palco si sono succeduti vari interventi, Guido Di Cosmo, presidente dell’associazione Brigata Maiella e Tommaso Coletti, presidente della provincia di Chieti. Carlo Troilo terzogenito di Ettore, autore di un libro intitolato «La guerra di Troilo» sull’esperienza paterna a Milano, dopo la liberazione, ma la guerra partigiana non è stata fatta solo dagli uomini.  Maria Rosaria La Morgia ha fatto di proposito un cenno alle donne – madri, sorelle, spose – dei partigiani combattenti, ed ha poi rivendicato al governo regionale l’istituzione della fondazione Brigata Maiella come suo primo atto di legislatura. Una presenza insolita ed un po’ anomala, sul palco delle autorità (dove c’erano anche il deputato Lanfranco Tenaglia, il senatore Giovanni Legnini, il consigliere regionale Franco Caramanico, il capitano della compagnia dei carabinieri di Lanciano Emanuele Mazzotta, ed il primogenito di Ettore, Nicola Troilo) è stata di una ragazza torricellana, Patrizia Salvatore, che proprio stamattina all’università di Chieti discute la sua tesi di laurea sulla Brigata Maiella. Patrizia ha ricordato vari episodi della formazione partigiana, lo spirito d’iniziativa repubblicana del suo fondatore («non si poteva assistere all’occupazione della Patria senza fare qualcosa!»), il diverso impegno del comandante e del suo vice Domenico Troilo come due facce della stessa medaglia («pensiero e azione» ha detto la giovane laureanda), il tardivo riconoscimento con la medaglia d’oro arrivata vent’anni dopo la fine della guerra («un pasticciaccio brutto!» lo chiamava Ettore), e infine ha fatto l’appello degli assetti morti in combattimento, ciascuno richiamati dal pubblico con un «presente!». L’adunata si è infine sciolta con tante foto scattate in piazza e col piccolo sollievo di essere sfuggiti al venticello sciroccoso.

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