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Torricella celebra Ettore Troilo

Il Centro — 13 luglio 2008

Gino Melchiorre

Pagina 18   sezione: REGIONE

TORRICELLA PELIGNA. Un omaggio a Ettore Troilo per i 110 anni dalla nascita sarà tenuto oggi pomeriggio a Torricella, alla presenza di Franco Marini, ex presidente del Senato, e Ottaviano Del Turco, presidente della Regione Abruzzo. Il fondatore e comandante della Brigata Maiella sarà ricordato alle ore 15 con una lunga sfilata di gonfaloni dei Comuni abruzzesi, sindaci e altre autorità, preceduti dalla banda di Gessopalena, e l’inaugurazione di due lapidi commemorative sulla facciata della stazione dei carabinieri. Nel tardo pomeriggio verrà proiettato il film Rai «La guerra dimenticata» di Massimo Sani. Ettore Troilo morì a Roma nel giugno del 1974 dopo una lunga malattia, e su di lui scese un velo di silenzio.  Un silenzio strappato pochi anni fa da un libro del figlio Carlo, «La guerra di Troilo», editore Rubbettino, sulla vicenda milanese del padre, prefetto del capoluogo lombardo nel biennio ’46/47. La vita del fondatore della Brigata Maiella è stata quella di un coerente antifascista, cresciuto inizialmente nel liberalismo giolittiano del padre medico, Nicola, e poi maturato nel socialismo democratico di Turati e Matteotti, del quale fu segretario personale fino al suo brutale assassinio. Avvocato a Roma durante il ventennio, era seguito e controllato costantemente da un milite del regime. Sperimentò un primo atto di resistenza ai tedeschi a Roma all’indomani dell’8 settembre insieme ad un amico già allora famoso, Emilio Lussu. Troilo aveva combattuto, volontario, nella Grande Guerra conosceva l’uso delle armi e aveva il senso della lotta armata. Tornato a Torricella il 21 settembre, si rese conto prima degli altri della situazione drammatica dell’Abruzzo. Sfugge ad una razzia delle SS, e finalmente riesce a convincere un gruppo di persone, tra cui contadini e semplici lavoratori, ad opporre resistenza all’invasore. Sapeva, però, che una semplice guerriglia sarebbe stata ininfluente, e allora raggiunse Casoli, già liberata dagli Inglesi, presso i quali si fece promotore di una causa di resistenza da parte di gruppi armati locali. Nacque così la Brigata Maiella, di cui fu il comandante. Pochi mesi dopo, all’indomani della sfortunata battaglia di Pizzoferrato, gli Inglesi gli affiancarono anche Domenico Troilo ed il suo piccolo gruppo di patrioti. Ettore aveva una visione politica della Resistenza, mentre Domenico, poco più che un ragazzo, combatteva con la veemenza e la temerarietà tipica della sua età. Si rispettavano, ma forse non si amavano molto. Entrambi, però, alla fine della guerra si scelsero un destino che li portò lontano dal mondo dorato della fama e dei facili guadagni. In particolare Ettore, dopo l’avventura di Milano, rinunciò a prebende e incarichi parlamentari, ricominciando a fare l’avvocato a Roma dopo quasi dieci anni di inattività professionale. L’omaggio che oggi Torricella gli tributa va anche all’uomo civile e disincantato, all’antifascista che non volle uccidere i fascisti, al patriota che soffrì le pene dell’emarginazione e della violenza per la buona causa del suo Paese.

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